Giubileo delle Claustrali. L’Arcivescovo alle monache: «Sentiamo di essere sostenuti dalla vostra preghiera, dalla vostra dedizione, dalla vostra fedeltà». Foto.

L’Arcivescovo con le claustrali presenti

Martedì 21 novembre 2022 è stato celebrato in Duomo il Giubileo delle Claustrali. Una giornata eccezionale nella quale il Vescovo ha concesso alle monache di vita contemplativa di uscire dalla clausura per farsi pellegrine alla Cattedrale, attraversare la Porta Santa, partecipare alla celebrazione eucaristica per poter poi ricevere l’indulgenza plenaria. Erano presenti le Agostiniane di Cascia e Montefalco, le Benedettine di Norcia, le Clarisse di Trevi. Al momento di preghiera giubilare hanno partecipato anche le religiose di vita attiva.

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Pellegrini e mendicanti per vedere il volto del Signore. Nell’omelia l’Arcivescovo ha detto: «Siamo venuti qui attraversando la Porta Santa e ricordando Gesù che dice “Io sono la porta, se uno entra attraverso di me sarà salvato”. E allora pensiamo alla nostra storia personale che è un continuo entrare attraverso la porta che ci conduce alla contemplazione del volto di Dio. Per questo il gesto simbolico appena compiuto ci riconduce al cuore, al centro di ciò che è la nostra avventura: pellegrini e mendicanti per vedere il volto del Signore».

La liturgia del giorno ricordava la Presentazione della Vergine Maria al Tempio. E mons. Boccardo ha sottolineato che «è l’inizio di una storia, quella di Maria con Dio. Maria è presentata al tempio, quasi offerta al Signore. La legge non prevedeva ciò per le femmine, solo i figli maschi venivano presentati al Tempio. Però fina dagli inizi la Chiesa ha voluto ricordare questo momento particolare anche per la ragazzina di Nazareth, per indicare che c’era qualcosa che la precedeva. Nel progetto di Dio, infatti, tutto era previsto. E anche per noi è lo stesso: nel progetto del Padre anche la nostra storia era prevista. È bello quindi prendere coscienza che non per caso o per capriccio ma per un disegno preciso di Dio noi oggi siamo quello che siamo. Guardando allora alla Vergine presentata al Tempio noi ricordiamo la storia della nostra vita, facendo memoria di quanto dice S. Agostino: Maria è grande per essere stata discepola piuttosto che per essere la madre di Gesù, capace cioè di mentre in pratica quello che suo figlio diceva».

Sostenuti dalla preghiera delle claustrali. Poi, l’Arcivescovo ha parlato della Santissima Icone, soffermandosi sul cartiglio che riprende un dialogo tra la madre e il figlio: “Che cosa chiedi, o Maria? / La salvezza dei viventi. / Ma provocano a sdegno. / Compatiscili, Figlio mio. / Ma non si convertono! / E tu salvali per grazia”. «Come vediamo – ha detto il Presule – l’intercessione di Maria è potente. E questo mi fa pensare ai monasteri di vita contemplativa in Diocesi: voi monache avete per vocazione il compito dell’intercessione e quindi c’è un’unità stretta tra la Santissima Icone e la vostra presenza. In qualche modo ripetete lo stesso dialogo del cartiglio: abbi misericordia, guarda con favore a questa Chiesa e a questo popolo. Questo continuo bussare al cuore di Dio è una grade ricchezza per la nostra Diocesi: sentiamo di essere sostenuti dalla vostra preghiera, dalla vostra dedizione, dalla vostra fedeltà».

Al termine della Messa mons. Boccardo ha illustrato alle claustrali la storia della Cattedrale, accompagnandole in tutti i luoghi più significativi. La mattinata si è conclusa con un momento di fraternità alla Terrezza Frau: le suore di vita attiva avevano preparato per le “consorelle” claustrali un buffet di cibi salati e dolci.

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